500 story (ultima parte)

Davide Bernasconi
  • Giornalista
20/12/2008

La 500 D

Nel 1960, poco dopo la Giardiniera, viene presentata  la Nuova 500 D. Sostituisce tutti i modelli precedenti, compresa la Sport. Ora non esistono più le varianti tetto apribile e trasformabile, tutto è lo si puo trovare nella nuova versione D, che con la Giardiniera costituisce la gamma 1960 della Fiat Nuova 500.
Deriva dalla 500 tetto apribile dalla quale attinge  le ultime innovazioni del 1959 ma adotta il propulsore di 499,5 cm³ della 500 Sport, ingentilito nell’erogazione e nella potenza massima per erogare 17,5 cv a 4400 giri al minuto anziché i 21 cv originali, tramite anche l’adozione di un diverso carburatore (Weber 24IMB) per ridurre le emissioni. È omologata per quattro persone. L’allestimento di serie si arricchisce di qualche dettaglio: sedile posteriore a schienale ribaltabile e meglio imbottito, bordo del sottoplancia imbottito, spie di frecce e abbaglianti a sinistra del cruscotto, accensione della luce interna all’apertura della porta lato guidatore, serbatoio a cipolla per favorire le dimensioni del bagagliaio anteriore. La scatola del filtro dell’aria non è più chiusa con tre bulloni, ma con due galletti a pressione, assai più comodi. Come optional sono ancora disponibili gli pneumatici a fianchi bianchi e l’autoradio. La velocità massima raggiunge i 95 km/h, come la Giardiniera.

Nel corso del 1961 vengono offerte di serie le alette parasole imbottite, il posacenere al centro della plancia, il lavavetro manuale a pompetta, la luce di cortesia ad accensione automatica comandata dalla portiera lato guida. Nel 1964 i tergicristalli divengono a ritorno automatico, le moulure sulle fiancate all’altezza delle maniglie diventano un po’ più corte nella parte posteriore e la balestra anteriore è a sei lame invece di cinque. Resterà in produzione fino al 1965.
Da essa la Moretti ricavò la splendida 500 Coupé, prodotta in 25 000 esemplari.

La 500 F
Nel 1965 viene presentata la Nuova 500 F, le  novità sono soprattutto estetiche: la più evidente le portiere controvento. In quell’anno infatti il Codice della Strada impose per tutti i modelli l’incernieratura delle porte anteriore, per una maggiore sicurezza. La Fiat adeguò quindi anche la 500 berlina, ma non la Giardiniera, che mantenne le porte a favore di vento per tutta la produzione (fino al 1977), in quanto il Codice prevedeva una deroga per i veicoli commerciali. È anche l’inizio dell’era della plastica al posto del metallo.
La carrozzeria è rivista molto più di quanto non sembri per la sola inversione delle porte, In pratica rimangono della scocca della 500 D solo il cofano e la parte frontale.
Cambiano anche altri dettagli importanti. Il parabrezza è più ampio e offre visibilità migliore, il tetto è costruito in pezzo unico con i montanti e non più imbullonato, il fregio frontale della mascherina è realizzato in un unico pezzo di plastica e non ha più i baffi in alluminio separati, le maniglie delle portiere sono cromate e la loro forma è adatta al nuovo tipo di apertura, i copricerchi sono in acciaio e non più in alluminio, i fari hanno le cornicette cromate anziché in alluminio e adottano proiettori a fascio asimmetrico, i fanalini posteriori non hanno più la grossa basetta di alluminio e la forma è più squadrata, la capote si chiude con un gancio centrale di plastica nera anziché con i due piccoli ganci metallici, vengono eliminati il profilo in alluminio sul cofano anteriore e le modanature sulle fiancate, i tre interruttori della plancia (luci, illuminazione quadro, tergicristallo) sono allineati, la tasca portaoggetti è in plastica e ha dimensioni maggiori, il serbatoio non è più a cipolla ma a semicilindro e la sua capacità sale a 22 litri. Il motore viene ancora rivisto nella fasatura ed eroga 18 cv. Le sospensioni vengono irrobustite e i semiassi sono di diametro maggiore. Anche l’impianto frenante viene potenziato e adotta cilindretti più grandi. Inizialmente la 500 F adotta alcuni pezzi della vecchia D, fondi di magazzino. Fino a luglio 1965 infatti monta ancora gli indicatori di direzione anteriori con basetta in alluminio e il portaoggetti in lamiera. Dal marzo 1966 la marmitta non è più a bussolotto come sulla D, ma a semigusci sovrapposti (riconoscibile per le estremità arrotondate) e la luce della targa viene realizzata in plastica anziché in alluminio.
Nell’ottobre 1968 appaiono alcune. Scompare la scritta “Nuova 500” sul cofano posteriore e appare una targhetta “Fiat 500”. Dal febbraio 1970 la luce della targa (come sulla L) viene spostata più in alto, ed i sedili perdono la lunetta superiore beige e diventano in tinta unita. La produzione continua parallelamente a quella della L fino al novembre 1972, quando viene commercializzata l’ultima versione della “piccola grande auto”, la 500 R.

La 500 L

Nasce nell’agosto 1968 la versione lussuosa che affiancherà la 500 F, la 500 L. Le differenze sono solo estetiche ma importanti. La più evidente è l’adozione di tubi di rinforzo ai paraurti, atti a dare una maggiore protezione nei parcheggi all’automobile più piccola in circolazione in Italia.
All’esterno, oltre che per i tubi, cambia nei tergicristalli, innestati a pressione e non più avvitati (montati poi anche sulla F), e nel frontale, che perde il fregio con i baffi, sostituito dal più moderno stemma Fiat rettangolare. Così come nella F, il clacson viene spostato dal cofano anteriore al supporto della balestra. Sul cofano posteriore compare la scritta “Fiat 500 L” su due righe. Rimangono le moulure sui sottoporta, le coppe ruota diventano meno bombate. Vengono applicate cornici cromate anche al parabrezza, al lunotto (nelle guarnizioni) e sui gocciolatoi laterali. All’interno la 500 L smentisce la leggendaria spartanità della 500 F e dei modelli precedenti: sedili reclinabili (offerti dal ’70 come optional anche sulla F), rivestimento pavimento in moquette, plancia completamente imbottita, nuovo cruscotto con indicatore carburante, identico a quello della 850, ma di colore nero anziché beige. Le levette di apertura delle porte vengono spostate nella parte inferiore, cambiano le manovelle degli alzacristalli e vengono applicate comode tasche portaoggetti in plastica. Il tunnel centrale viene rivestito in plastica nera, e viene aggiunto un portaoggetti davanti alla leva del cambio. La meccanica è la stessa della F. Per quanto riguarda la carrozzeria, questo modello seguirà, per motivi economici, le modifiche apportate alla F nel corso della produzione: dal 1968 spostamento del clacson dal vano bagagli alla balestra, dal 1970 spostamento in alto della luce targa, dal luglio 1972 il cofano motore è tenuto aperto da un’astina anziché da una cinghia di gomma.
Anche gli optional introdotti sulla L, verranno estesi alla F: pneumatici radiali (dall’inizio produzione), antifurto bloccasterzo (dal ’70), rivestimento sedili in panno (dal ’69). Anche la gamma colori si arricchisce di tinte in quel periodo all’ultima moda: nero e giallo. La produzione termina nel novembre 1972, quando la F e la L vengono sostituite dalla 500 R.

* Prezzo di listino nel settembre 1968: 525.000 lire

La 500 R

Nel 1972 viene presentata l’ultima versione, destinata a chiudere la longeva e intramontabile gamma delle 500: la 500 R. In contemporanea è presentata anche la Fiat 126. La lettera “R” sta per rinnovata.
Sostituisce le versioni F e L, che escono di produzione, e riprende i canoni delle vecchie 500: semplicità e spartanità. Il motore però è quello impiegato sulla 126 prima serie: il bicilindrico delle F e L con cilindrata aumentata a 594 centimetri cubici. Sulla nuova 126 eroga 23 cavalli a 4 800 giri, sulla 500 R la potenza rimane quella delle precedenti versioni: 18 cavalli (a 4000 giri anziché 4 400) e la coppia aumenta leggermente. Viene montato il rapporto al ponte più lungo (8/39) della Nuova 500 Sport, e unitamente al lievissimo aumento di coppia, la 500 R raggiunge finalmente i 100 km/h. All’esterno perde tutte le cromature (anche nei sottoporta), sul cofano motore rimane la targhetta “Fiat 500” e vengono montati i cerchi ruote in lamiera stampata della 126, che per la loro forma non necessitano di coppe cromate. Cambia anche il frontale, che adotta lo stemma Fiat a losanga. All’interno ritorna la spartanità della F. Il cruscotto ha la forma rotonda di quello della F ma di colore nero e con scala tachimetrica della Nuova 500 Sport, con circolini rossi delle velocità massime posti a 30, 45 e 75 km/h, in virtù delle marce più lunghe. Anche il volante è lo stesso della F, ma è nero e non più beige. Sulla plancia spie indicatori di direzione (a sinistra del cruscotto) e proiettori a piena luce (a destra), interruttore luci, commutatore d’accensione e interruttore tergicristallo. Scompare l’interruttore della luce del cruscotto, che ora si accende automaticamente con le luci di posizione. Sulla plancia l’imbottitura torna ad esser limitata ad un bordino nella parte inferiore, scompaiono le tasche alle portiere e il portaoggetti sul tunnel, il sedile posteriore torna ad essere fisso, i sedili sono rivestiti in tinta unita, senza nessuna cucitura. Tra gli optional rimangono solo i pneumatici radiali, i sedili in panno e l’antifurto bloccasterzo; scompaiono i sedili reclinabili. Viene prodotta soltanto all’Autobianchi di Desio e alla SicilFiat di Termini Imerese. A partire dal 1974, solo nello stabilimento siciliano.

* Prezzo di listino nel novembre 1972: 660.000 lire.