Formula 1: Anteprima GP d’Austria, Spielberg, 19-22 06 14

Massimiliano Grimaldi
  • Direttore responsabile
19/06/2014

L’ultimo GP d’Austria fece parte del Mondiale nel 2003 e si corse sul circuito A1 Ring. Undici anni dopo, ecco l’impianto modificato e ora denominato Red Bull Ring, che domenica ospiterà l’8ª gara del campionato iridato. Pirelli scenderà in campo per il terzo GP di fila con i suoi pneumatici soft e supersoft: la stessa scelta delle gare a Montecarlo e in Canada.

Ma il Red Bull Ring è molto diverso dagli ultimi due circuiti. Nonostante i due rettilinei principali, le sue curve, per la maggioranza ad angolo stretto, daranno come risultato velocità medie abbastanza basse. Si vedranno quindi alettoni piuttosto marcati e le F1 dipenderanno – per il grip meccanico – più dalle gomme che dal carico aerodinamico. Una situazione tecnica che, non avendo nessun Team provato il circuito, sarà una specie di salto nel buio per squadre e piloti. Paul Hembery, Direttore Motorsport Pirelli: “Debuttare su un circuito nuovo è sempre emozionante: tutti partono dallo stesso livello, l’obiettivo è capire nel minor tempo possibile i segreti e le caratteristiche del tracciato per essere subito competitivi. I dati sulla tipologia di asfalto e le ricognizioni effettuate dai nostri ingegneri dicono che i due nostri pneumatici a mescola più morbida offriranno il migliore compromesso fra prestazione e grip. Questo su un circuito che vedrà gli ingegneri alla ricerca di elevato carico aerodinamico. Un punto chiave sarà legato al meteo, tradizionalmente imprevedibile nella zona del circuito.

Così come su ogni pista nuova, il lavoro effettuato nelle prove libere sarà estremamente importante. I Team raccoglieranno il numero massimo di informazioni durante le sessioni del venerdì e di sabato mattina, così da farsi un’idea precisa sul comportamento degli pneumatici con diversi assetti e carichi di carburante e decidere quindi la migliore strategia per qualifiche e gara. Le simulazioni suggeriscono che dovrebbe trattarsi di un GP a due pit-stop, ma le condizioni ambientali e l’evoluzione del tracciato ci offriranno un quadro davvero preciso soltanto dopo le prove libere

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