In crociera con la Porsche Cayenne
Non mi era mai capitato di essere svegliato dal mare, o meglio, dalle onde del mare. E invece, per quanto avevamo scongiurato di non trovarci in questa situazione, dobbiamo dire di aver beccato anche il mare mosso – non tantissimo a dire il vero, quanto basta per accusare la situazione – e alle 6.30, mentre dormivo, non capivo se stavo sognando di essere su una nave che ondeggiava o ci ero per davvero. Ovviamente la seconda ipotesi si è rivelata quella giusta. Alzatomi dal letto ho avuto una strana sensazione: essere sballottato da una parte all’altra della piccola cabina, con gli occhi che ancora faticavano ad aprirsi, non è stato proprio piacevole. Non riuscivo a razionalizzare quanto succedeva e facevo fatica a rimanere in piedi. Un po’ di acqua fredda sul viso mi ha bruscamente riportato alla realtà e fuori dal mio oblò ho potuto ammirare il mare agitato. Nonostante la Norrona sia una nave enorme le onde si sentono eccome.
Per i lunghi corridoi delle cabine e nelle aree comuni ho assistito a scene bizzarre: signore e signori che faticavano a camminare senza appigli, giovani che si divertivano a dare spallate ai muri delle aree comuni assecondando i movimenti della nave. La cosa più bella è stata senza dubbio la colazione, servita a buffet. Prendere da bere e mangiare e portarlo al tavolo dove si era seduti non è stata impresa semplice: si doveva infatti evitare di impattare gli altri commensali, che erano in difficoltà per conto loro, muri e tavoli, con la propria tazza di caffè o di succo di frutta che nel frattempo lasciava tracce un po’ dappertutto, a mò di Pollicino di mare. Dopo aver mandato giù qualcosa per riempire lo stomaco io, Stefano e Tito ci siamo messi a spulciare mappe e guide dell’Islanda per meglio orientarci con le eventuali deviazioni da fare sul percorso, abbiamo memorizzato sul navigatore gli indirizzi dei vari hotel dove pernotteremo (ne cambieremo uno al giorno). In altre parole ci siamo meglio preparati per l’avventura e sulle strade da percorrere. Il programma era che domani, lunedì 15 aprile, avremmo fatto sosta a Torshavn, Far Oer, per ripartire alle 14 per Seydjsfjordur, porto orientale islandese.
La giornata sembrava filare via liscia, tra un sonnellino e una chiacchierata, quando una notizia è venuta a minare la nostra tranquillità (perché nel frattempo il mare si era un po’ calmato). Il capitano della nave ha infatti fatto una comunicazione a bordo dicendo che a causa delle avverse condizioni meteorologiche del mare nel tratto che va tra le Isole Far Oer e l’Islanda la partenza prevista per le 14 di domani dalle prime verso la seconda è stata posticipata alle ore 3 di mattina di dopodomani 16 aprile. Abbiamo quindi chiesto ulteriori spiegazioni all’information desk e ci hanno detto che non hanno altre notizie a riguardo se non che devono aspettare le 19 di domani per vedere come è il tempo e di conseguenza il da farsi. Ma il bello deve ancora venire: parlando con un tedesco al bar questi ci ha detto che anni fa, facendo lo stesso tragitto con la nave, è rimasto per ben quattro giorni attraccato alle Far Oer e al quinto giorno la nave ha dovuto fare retromarcia per tornare in Danimarca. Alexander, dell’equipaggio di bordo, ci ha poi comunicato che non è ancora noto se la nave sarà autorizzata a sbarcare dalle Far Oer in direzione della Terra dei Ghiacci, ulteriori notizie arriveranno solamente domani alle 19. Stop.
Ed ora? Toccati tutti i pezzi di ferro possibile, e altre cose che è meglio non specificare, abbiamo fatto un lungo respiro e tentato di capire cosa può succedere. Purtroppo le risposte sono tanto semplici quanto immediate: se il ritardo è confermato arriviamo in Islanda con 13 ore di ritardo, e questa è la migliore delle ipotesi; se dovessimo rimanere bloccati alle Far Oer a tempo indeterminato dobbiamo ridiscutere l’intero itinerario, cambiare tutti i nostri programmi di viaggio e spostare le prenotazioni in hotel (se ci sarà consentito); terza ed ultima ipotesi, la peggiore, è che la nave faccia dietrofront e l’Islanda dovremo continuare a vederla solo nelle foto e nei documentari alla tv.
Insomma, non ci resta che attendere e aspettare che il tempo migliori. Ed incrociando le dita…Che la forza sia con noi!