Parcheggio scaduto, attenzione alle multe! La legge è inflessibile

Elisa Cardelli
  • Autore - Laurea in Semiotica
26/08/2023

La multa per il parcheggio scaduto è una questione che porta molti dubbi tra gli automobilisti. Scopriamo tutti i dettagli sul costo e sulla tolleranza.

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Quando si parcheggia, è possibile commettere l’errore di valutare erroneamente il periodo di tempo, tuttavia, questa situazione talvolta conduce a risultati sgraditi. Un esempio emblematico è rappresentato dalla sanzione per il parcheggio scaduto.

Quando si opta per la sosta, è usuale stimare velocemente quanto tempo si intende rimanere, procedendo quindi al pagamento del biglietto. Tuttavia, in alcune circostanze, si può incorrere nel ritardo e, di conseguenza, ricevere una multa a causa del fatto che il periodo di sosta è già terminato.

Esaminiamo allora tutte le informazioni relative a questa penalità amministrativa.

La multa per parcheggio scaduto scatta sempre?

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Le direttive emanate dal Ministero dei Trasporti affermano che la sanzione relativa al parcheggio scaduto è considerata valida soltanto se chiaramente contemplata dalle disposizioni municipali, le quali devono altresì specificare l’ammontare potenziale della penalità.

Tuttavia, questo orientamento entra in conflitto con la sentenza emanata dalla Corte di Cassazione, la quale sostiene che la multa per coloro i quali superano il limite di tempo previsto per la sosta è intrinsecamente valida, indipendentemente dalle determinazioni presenti nel regolamento comunale.

Multa parcheggio scaduto: qual è il costo

La sanzione per coloro che estendono il periodo di sosta oltre il limite stabilito è di solito fissata a 41 euro nella maggior parte dei Comuni in Italia. Questo importo corrisponde all’ammenda prevista anche nel caso in cui il veicolo sia parcheggiato senza un biglietto valido.

Tuttavia, esiste la probabilità che in alcune amministrazioni comunali vi siano norme diverse che, a loro scelta, determinano l’adozione di provvedimenti più o meno rigorosi.

C’è tolleranza in caso di parcheggio scaduto?

In alcune località italiane, è stata implementata una politica di tolleranza che prevede un intervallo di tempo durante il quale non si applicano sanzioni.

Questa pratica è nota come “ravvedimento operoso“, il quale consente al conducente di correggere il suo errore nel rispetto dell’orario del biglietto. In pratica, l’automobilista può semplicemente integrare il pagamento, coprendo l’importo relativo al periodo aggiuntivo in cui il veicolo è rimasto parcheggiato.

Tuttavia, questa finestra di tolleranza non supera mai le 24 ore: una volta scaduta, entra in vigore la potenziale sanzione amministrativa.

La multa si può contestare?

È fattibile contestare una multa per parcheggio scaduto mediante la presentazione di un ricorso al Giudice di Pace entro un termine di 30 giorni dalla notifica o dall’accertamento, oppure rivolgendosi al Prefetto entro 60 giorni.

Tuttavia, occorre sottolineare che le probabilità di successo in tali ricorsi sono piuttosto esigue, considerando che l’orientamento prevalente espresso dalla Cassazione e l’opinione generalizzata nella giurisprudenza equiparano il prolungamento della sosta a una contravvenzione stradale.

Va notato che è altresì possibile avanzare un ricorso anche nel caso in cui sia coinvolto un parchimetro privo di opzioni per il pagamento tramite bancomat. Dall’anno 2016, i Comuni sono tenuti ad installare parchimetri che offrono la possibilità di effettuare il pagamento sia con carta di credito che attraverso il bancomat.

Parcheggio scaduto, attenzione alle multe: foto e immagini

Ecco allora una galleria immagini che mostra tutti i dettagli sulla questione di cui abbiamo parlato in questo articolo.