Renault Twingo: cocktail party al Macro Pelanda di Roma
Il Macro Pelanda è un centro di produzione culturale sito nel quartiere Testaccio di Roma. La sua sede è ospitata presso quello che i romani chiamano “ex-mattatoio”, una vecchia struttura, dismessa nel 1975, grande 25.000 metri quadri. Fu fondata nel 1888 dall’architetto Gioiacchino Ersoch. Per circa 90 anni è stata la centrale di macellazione e distribuzione delle carni per la capitale. Negli ultimi 10 anni, i suoi grandi spazi e le sue costruzioni, che danno quel senso di riservatezza ed imponenza che solo le antiche campagne romane sapevano dare, hanno ospitato una serie di sedi universitarie, centri sociali e spazi organizzati per le funzioni più disparate.
Oggi, appunto, c’è il Macro. Arriviamo sul posto dopo aver ricevuto un invito per l’evento “Mix Your Style”, che l’agenzia AlphaOmega ha allestito per celebrare una riedizione della nuova Renault Twingo, la citycar giunta al suo ultimo restyling dalla precedente edizione presentata nel 2007.
La serata è di quelle del tipo “Cocktail Party”: tantissimi invitati (a occhio e croce più di un migliaio), buffet e open bar, djset d’autore, ed un paio di esposizioni. La prima è una Renault Twingo rivisitata dallo chef Davide Scabin, famoso per aver modernizzato l’alta cucina italiana, e da ieri sera famoso anche per aver addobbato gli interni della nuova Twingo con pasta, frutta, ortaggi, scatole di pelati e altre confezioni di alimenti tipicamente mediterranei. La seconda esposizione è invece quella “che intende unire moda, stile e personalità” attraverso i colori e gli abbinamenti che l’artista portoricano Dzine (al secolo: Carlos Rolon) ha dedicato all’automobile. Prima di vedere entrambe le automobili, ci ritroviamo insieme ad altri invitati nel piazzale antistante il Macro. Solchiamo l’ingresso alle ore 20:00 circa.
Ci misi un po’ per realizzare quale sarebbe stato l’ambiente della serata “Mix Your Style”. Piazza Orazio Giustiniani veniva invasa da taxi e automobili di lusso dalle quali scendevano donne di mezza età, graziose e con quella camminata da “ti seduco con riservatezza” (“sono le giornaliste dei quotidiani, quelli di carta”, pensai tra me e me); c’erano anche ragazzi e ragazze che venivano in motorino, oppure a bordo di una vettura utilitaria, o in autobus, erano perlopiù soli, con indosso bomber e giubbini che coprivano un accenno di eleganza low-cost (“sono i blogger o gli scribacchini dei siti Internet”, pensai di nuovo, “quelli che scrivono perché hanno il tesserino”); infine c’erano bellissimi ragazzi e ragazze, molti dei primi, con il petto lucido scoperto fino al quarto o quinto bottone della camicia, indossavano soprabiti che sembravano appena sfilati dal manichino di una vetrina di Piazza di Spagna, mentre molte delle seconde si facevano notare più per il bel paio di gambe che non per la perfezione del trucco in viso (“sono gli occasionali, quelli andavano male a scuola in italiano”). A conti fatti, una serata dal titolo “Mix Your Style” non poteva che – inconsapevolmente? – rivolgersi ad una platea di invitati dagli stili misti. “Sempre dritto, sinistra, destra, quindi di nuovo a sinistra”, ci dice all’ingresso l’usciere, con il tono e il fare veloce che hanno gli uomini della sicurezza nelle metropolitane di Roma (“Scusi, per la direzione Anagnigna?” – “Sempre dritto le scale a sinistra”).
Il complesso interno dell’ex mattatoio è scarno, mal curato, con tanta breccia ed erbacce piene di rugiada. Si sentivano soltanto i “pump pump” delle scarpe sul terreno. Visto da fuori, con i muri rifiniti in mattoni, il tetto a doppia falda e le aperture arcuate, sembrava un’altra cosa. Ma era un ex-mattatoio e non mi potevo certo aspettare la sala da ballo de La Bella E La Bestia. Arrivati al “di nuovo a sinistra”, entriamo nel Macro Pelanda. Nel viale di ingresso, parcheggiate sulla destra, troviamo le Twingo nelle versioni Fashion, Lovely, Xtreme, Burn, Glam e Devil. Dopo aver visto tanti mattatoi, e respirata un po’ di aria di campagna, non potevo non pensare alla buffa immagine di mucche che dormono in piedi. Immagine che dura pochi secondi, il tempo di accorgermi che la nuova Twingo è un po’ diversa dalle precedenti, tanto quanto basta per meritarsi, appunto, l’appellativo di “nuova”.
Ed è bella davvero: ci sono dei proiettori ausiliari fendinebbia inseriti nel muso che, ad occhio, non ricordavo essere presenti nelle precedenti edizioni. La sagoma dell’automobile è un po’ più morbida, nell’insieme, però, si richiamano grinta e personalità, elementi fondamentali per una vettura che si propone di offrire ben 30.000 configurazioni possibili per i suoi acquirenti. Le configurazioni possono farsi su Internet. Entriamo nel locale, che sembra essere in festa da almeno mezza giornata. Prevale l’abbigliamento informale. Ci sono quattro piani bar dove vengono servite tartine di tutti i gusti (una, fatta con le uova, era davvero irresistibile). Gli invitati hanno in mano un bicchiere di carta con dentro vino, o prosecco, o un cocktail lungo, oppure una coppa Martini (sempre di carta) contenente, indovinate un po’, Martini bianco con ghiaccio e limone. Le tartine durano poco, si mangiano d’un sol boccone ed è più il tempo che si passa a leccarsi i baffi che non a masticarle e mandarle giù. Nell’atmosfera ci sono le musiche del dj set di Haldo Carpanzano, che interpreta benissimo la serata, cominciando con i generi nujazz, deep e nubossa, e crescendo verso la house e il lounge remix nelle ore più tarde.
La Renault Twingo di Carlos Dzine staziona al centro del palco con il dj set. E’ bellissima: di colore nero, con una riga bianca sulla fiancata ed una corona di gocce color rosa che puntellano il parafango, sembra una diva su una locandina di un film americano. I cerchioni sono incastonati con gemme e diamanti, mentre il frontale, generoso nelle tinte, fa eco alla pedana dai colori vivaci, distribuiti lungo una spirale di cerchi disegnata appositamente per l’installazione. Le diamo una prima occhiata rapida.
Veniamo poi avvicinati, nei pressi di uno dei piani bar, da una ragazza bella, alta e vestita di nero, con un sorriso sexy. Porta in mano un iPad, come un conduttore televisivo porterebbe in mano la cartella con la scaletta della serata. Ci chiede di partecipare ad un breve test per capire “di che Twingo sei?”. Impossibile dirle di no: lei guardava l’iPad, tu guardavi lei, lei poi guardava te dopo aver letto la domanda, e tu subito spostavi lo sguardo sull’iPad per consultare le risposte. La formula “tu iPad – io te – tu me – io iPad” ci permise di mangiarcela con gli occhi quanto bastava per giungere alla fine del test senza farci sgamare. E scoprire che la Twingo nell’allestimento Devil è quella fatta apposta per noi, che amiamo i film alla Pulp Fiction e i sabati sera a suon di rock.
Salutiamo la diavoletta con l’iPad e ci rechiamo sul fondo della sala. C’è la Twingo dello chef italiano, ed è esattamente come ce l’avevano descritta. Interni di pasta e alimenti. Il sedile, davvero, era tutto fatto di maccheroni. Sul porta bagagli c’è un televisore 3D dove a turno stazionano gruppi di 5-6 persone con occhialetti 3D indosso. Il tempo di vedere un paio di video ricette e sparare due battute, e le persone si dileguavano. Intenzionate al prossimo Martini bianco con tartina al salmone.
La festa tira avanti. Arriva altra gente. Intorno alle 21:30 si crea una atmosfera da discoteca vip del sabato sera. Dal terzo drink in poi, ogni sorso diventa l’occasione giusta per poggiare lo sguardo su un bel paio di gambe, o quel che v’è al di sopra di esse. Fanno tutti così (non solo al Macro): si utilizza il bicchiere a mo’ di nascondiglio, e i guardoni lasciano spuntare gli occhi sopra di esso, come fossero ippopotami con la testa fuori dall’acqua. Le ragazze, dal canto loro, sono più gentili: ti guardano e basta. C’è anche il fotografo che fa le foto per pubblicarle sul sito della Renault. Ne avrà scattate a centinaia. Verso mezzanotte, le luci si fanno più deboli, Lady Gaga scansa via i jingle nujazz, e il via vai di invitati diventa più frenetico. La nuova Twingo si porta a casa un bel po’ di occhiate, da brava reginetta della serata, pensai, “non ha avuto bisogno della minigonna” per attrarre l’attenzione.
Le signore dei quotidiani cartacei vanno via a due e due. Fanno finta di essere brille e si coprono la bocca con la mano ad ogni sorriso. Parleranno della serata domani, in redazione, prima dopo e durante la pausa caffè. Le blogger con il tesserino vanno via di fretta, forse per scrivere l’articolo in diretta notturna, facendo vedere che sono più brave di quelle “che vanno a lavorare in redazione”. Gli occasionali passano al prossimo drink, e non hanno l’aria di volersene andare. (ne di scrivere un articolo). Anzi: quando, recandomi via verso l’una di notte, fiancheggio il mattatoio con le macchine esposte, soffrendo un freddo cane e ancora leccandomi baffi e occhi per quanto degustato con essi in serata, lascio dietro di me una sfera di musica e risate, che dopo cento metri pare essere distante già un chilometro, e sembra dirmi “Dove vai? La festa con la Twingo è appena cominciata”.